Tutto è
cominciato quasi trent'anni fa, quando la Gran Maestra Elisabetta Fatima
Porchia
(nella foto a sinistra)
venne iniziata a Napoli, in una Gran Loggia, dal defunto Fratello
Enzo Milone, Gran Maestro dell'Obbedienza degli Antichi Liberi Accettati
Muratori (ALAM), Piazza del Gesù, Palazzo Sacramento.
Da quel momento in poi, ella ha avuto come unico
scopo quello di cercare di portare la donna, in Massoneria, ad una dignità pari
a quella dell'Uomo, anche se iniziata in un'Obbedienza mista che, comunque, le
aveva riconosciuto onori e privilegi.
E' il 1994, quando viene iniziata
e, nell'anno 1996, massimo 1997, la Gran Maestra arriva, dopo essere
stata iniziata al Rito Scozzese Antico ed Accettato, al 18° grado dello stesso,
entra a far parte del Grande Oriente Italiano, Obbedienza Piazza del Gesù, che
aveva come Gran Maestro, in quel periodo, il Fratello Franco Cozzarelli e,
dallo stesso, viene immediatamente designata Gran Diaconessa dell'Ordine delle
Sorelle del Nilo, una funzione di Ispettrice, per intenderci.
Questo era un Ordine femminile, con delle Logge
femminili, che facevano capo sempre al Grande Oriente Italiano. Un primo traguardo,
due-tre anni di Massoneria: quanto appare stupido il concetto di tempo,
inteso come permanenza tra gli scanni, quando viene speso completamente per
qualcosa.
Onori, privilegi, cariche, ruoli, logge miste ed il
primo passo verso qualcosa che iniziava ad indirizzare le Donne verso una
propria autonomia.
Come si arriva a questo risultato?
Con una profonda dedizione, una passione scoppiata
dentro sicuramente nel momento dell'iniziazione, forse figlia di quella
sensazione di essere nel posto giusto, a fare la cosa giusta, a credere in ciò
che poteva essere ancora fatto, unita ad una stima profonda per le donne, alla
consapevolezza del loro valore, di quel mondo così complesso e così eterogeneo,
capace di dare la vita e di dare l'amore, in fondo cosa muove il mondo se non
quello? Ed ancora di più la massoneria è mossa da amore, passione, impegno,
volontà, perseveranza e lavoro, verso un obiettivo, che Lei sentiva giusto,
meritato, non solo per ella, ma per ogni donna libera e di buoni costumi che
voleva vivere appieno questo viaggio d'amore e di perfezionamento chiamato
Massoneria, attraverso una propria identità, solida, dove non ci sarebbero
dovuti essere pregiudizi, maschilismi, preconcetti, dogmi, tutti elementi con
cui Lei ha lottato ogni giorno.
Del resto, non è giusto raccontare una storia non
vera.
In Massoneria, ed ormai nel mondo in genere, si
utilizza spesso la parola uguaglianza, ancora più corretta nella nostra
Istituzione è la parola equità.
Tale argomento, non è ancora oggi un concetto semplice,
nella pratica, tra uomo e donna.
Ancora alcuni Fratelli di altre Obbedienze ci credono
non meritevoli di questi scanni, si pensi a ciò che reputavano degno
più di ventianni fa.
A differenza di altri Gran Maestri, il Fratello
Pietro Maria Muscolo appoggiò il progetto della Gran Maestra, esprimendosi
sullo stesso, con queste parole: ''Le donne sono fonte di vita, di amore, di
fratellanza, e daranno un notevole contributo al potenziamento dell'Obbedienza
femminile, della Nostra Obbedienza e della Massoneria Italiana Universale, per
il bene della Patria, dell'Umanità ed a sempre maggior Gloria del Grande
Architetto dell?Universo''.
Come si arriva a questo nuovo modo di vedere la
Massoneria al femminile?
Con il lavoro costante.
La Gran Maestra ha zittito tutti, lavorando, non
parlando, portando la sua presenza, la sua conoscenza, la sua interiorità ed
anche, e soprattutto, delle profane diventate Apprendiste, poi Compagne, infine
Maestre, ma prima di ogni altra cosa, divenute Sorelle, creando la sua catena
d'Unione, i suoi punti fermi, creando quello ''zoccolo duro'', come lo
definisce Lei, che ha abbracciato innanzitutto la sua persona, capendone il
valore, poi i suoi principi, comprendendone l'importanza e, solo dopo, il suo
progetto. Ha semplicemente amato la Massoneria come si ama la propria vita,
accettandone i momenti bui, le cadute rovinose e le risalite, prendendo per
mano chi avrebbe camminato un po' di strada con Lei, o di più.
La storia continua...
Visitando il sito si approfondiscono questi vent'anni
di Gran Loggia Italiana Scozzese Femminile ed anche quelli prima...
Ma è importante comprendere il Valore che ha
l'Obbedienza, frutto di una Tradizione e la Massoneria non potrà mai
discostarsi da essa, senza dimenticare che è indispensabile anche l'evoluzione.
il perfezionamento non consente più di fare "una
questione" su Donne e Massoneria, perché se davvero si dovesse
andare al fondo delle tradizioni, dei principi, degli insegnamenti, si comprenderebbe una cosa molto importante:
alla base di tutto c'è l amore, e non
esiste una donna libera e di buoni costumi incapace di donarne.
Tratto
dalla Tavola della Sorella Lucia Pesiri 3.'. 33°
scolpita in occasione della celebrazione
del Ventennale della GLISF
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