Oggi mi rivolgo alle nuove Iniziate

A voi che, per entrare in Tempio, siete state invitate a lasciare orologi, bracciali, collane, anelli...tutti oggetti che noi massoni sinteticamente chiamiamo metalli.
Voi che siete state bendate ed accompagnate per mano.
Voi che, non so se oggi avete messo i tacchi e, in caso affermativo, avrete sofferto un po’ di più.
Voi che forse immaginavate qualcosa di diverso, non lo so.
Ma di una cosa sono sicura: aprendo gli occhi, avrete avvertito un contraccolpo, come una folgorazione da luci, volti, parole pronunciate con un certo tono di voce, tanti sguardi fissi su di voi e delle braccia aperte, pronte ad accogliervi in questo nuovo viaggio.
Perché i viaggi che vi hanno fatto fare durante l’Iniziazione e che avete utilmente concluso sono simbolici, questo è ovvio, ma IL viaggio che vi aspetta d’ora in avanti, dentro e fuori la Loggia, quello no, quello è reale.
D’ora in poi, voi sarete chiamate a vivere e ad agire alla luce della decisione che avete assunto poco fa.
La sorella Gran Maestra Aggiunta Lucia prima della mia iniziazione, avvenuta ormai qualche anno fa, ci disse una cosa che a me colpì molto e voglio ripeterla oggi...ci disse più o meno così:

“Voi potevate scegliere tante altre cose nella vita. Ma avete scelto di essere massoni.”
Lucia mi perdonerà se spendo questo argomento ciclicamente in tali occasioni, ma credo sia il cuore della questione.
E ciò non perché oggi da voi si pretenda che agiate, viviate e, soprattutto, pensiate come il massone perfetto.
Vi spoilero una cosa: il massone perfetto non esiste, per definizione.
Il massone vero sa che non potrà mai ritenersi arrivato.
E poi credo che un massone perfetto si annoierebbe troppo in un mondo di imperfetti.
A maggior ragione voi, che avete iniziato oggi, direi rilassatevi o, meglio, mi correggo, non agitatevi più del dovuto.
Perché non vi sarà chiesto di scalare l’Everest.
Non fatevi spaventare o inibire troppo dalle forme del rituale e anche dalle forme del tempio.
Iniziate subito guardando alla sostanza che queste forme vogliono trasmettervi.
Una sostanza che va ben oltre ciò che si vede.
E oggi tornate a casa o uscite e comunque festeggiate, perché, per quanto non ne siate consapevoli totalmente (non potete esserlo ancora) oggi avete ricevuto un grande dono.
Che è quello di essere entrate a far parte di un’organizzazione di persone che si ritrovano insieme solo e soltanto per evolvere, sia moralmente, che spiritualmente.
Non ci sono altre finalità, Sorelle.
Se vi aspettate altro all’in fuori di questo, sarete presto deluse.
Se, invece, è questo ciò che desiderate, qui troverete una palestra formidabile per allenare il vostro senso critico, la vostra intelligenza profonda, la tolleranza, la pazienza, la costanza, la fedeltà.
Se, dunque, il vostro intento è questo o, comunque, se nel tempo maturerete questo desiderio profondo, vedrete che non sarà un peso venire in tempio o, per me che sono un pochino lontana (e forse lo capite dall’accento) collegarmi su Skype anche in orari in cui normalmente si è soliti occuparsi di altro.
Vedrete che aspetterete le tornate e gli avvisi sui nostri gruppi come si aspetta un regalo a Natale.
Ed anche i nostri discorsi, il nostro linguaggio e le tematiche trattate vi sembreranno, man mano, sempre più qualcosa di vostro.
Come se foste state massoni da sempre.
Vi sentirete più stabili nella vita, più sicure, più intimamente consistenti.
Ma, soprattutto, comprenderete finalmente il significato della famosa fratellanza di cui parliamo noi massoni.
Quando si è fratelli o sorelle? Quando si è figli degli stessi genitori.

Si appartiene alla stessa matrice.
Ecco, vi basti sapere per ora che qui tutte noi abbiamo un’origine comune.
Ed è a questa origine comune che ci sentiamo appartenenti.
E, perciò, la Fratellanza in massoneria non è semplicemente un sentimento (anzi, io direi che non è un sentimento), ma è un riconoscimento della ragione.
Io so che Milly, Sara, Lucia, Vittoria e tutte, tutte noi abbiamo un’origine comune che risiede nella decisione che abbiamo assunto di diventare massoni.
Ecco, più sarete fedeli, nel tempo, alla scelta che avete fatto pochi minuti fa e più queste persone che forse avete incontrato oggi per la prima volta le sentirete come parti integranti della vostra vita.
Ma non vi è nulla di automatico o di meccanico.
È un riconoscimento che si matura nel tempo.
Da questo riconoscimento dell’appartenenza, poi, nasce anche il legame del cuore.
Ed è quello l’obiettivo ultimo.
Giungere al senso di appartenenza.
Cioè, dal sapere al sentire.
Dal conoscere all’amare.

Ed è quanto ci insegna da sempre la nostra Gran Maestra Fatima.
Tutto questo, però, come vi ho già detto, non è automatico.
Noi ci siamo e ci saremo, così come la massoneria c’è e ci sarà.
Ma il lavoro di metterci il vostro impegno, la vostra ragione ed il vostro cuore sarà il compito di ognuna di voi.
Noi faremo il nostro, questo è chiaro, ma nessuno potrà sostituirsi a voi, in massoneria e fuori dalla massoneria.
Perciò la fratellanza vera, non formale, direi che è una conquista del massone.
E ha a che fare con il passaggio dal riconoscere di essere in massoneria all’amare la massoneria.
Nessuno pretenderà nulla da voi, sorelle, che non sia questo.
Nessuno vi chiederà soldi, favori non dovuti, azioni fuori dalle vostre possibilità o addirittura contrarie alla morale.
Nessuno vanterà pretese.
E quando vi diranno una frase che a me è stata ripetuta spesso (e mi dava anche fastidio, perché non la capivo) ovvero 

“in massoneria bisogna prima dare per poi ricevere”

per favore non fraintendetela.
Perché dare in massoneria coincide con l’essere.
Ciò che vi chiediamo è di essere chi voi siete veramente, senza maschere, senza sovrastrutture, e direi anche senza paura di scoprirvi.
Solo così potrete contribuire seriamente alla costruzione del tempio.
Perché la massoneria, credetemi, non ha bisogno di altro, se non di persone che, in mezzo alle tempeste della vita, abbiano il coraggio di guardare avanti e di mostrarsi per ciò che sono, con la disponibilità e l’umiltà di imparare da ogni circostanza.
Questo vi chiede la massoneria.
Poi ci saranno adempimenti da svolgere, pure importanti, che simbolicamente vi ricorderanno il valore dell’appartenenza e del lavoro comune.
Ma sappiate che tutto - dalla presenza alle tornate, all’obbligo delle capitazioni ed altre cose che man mano vi saranno spiegate - tutto sarà finalizzato solo e soltanto alla vostra crescita personale.
Perché, se voi crescete, anche la massoneria cresce.
È questa la nostra e la vostra sfida.
È questo lo scopo del viaggio.
Auguri Sorelle e benvenute.
Ho detto.

Sorella S.'. V.'. 3.'. 18°