La Fratellanza Massonica

Partiamo innanzitutto dal presupposto che la Fratellanza, che è il primo sentimento che ci accomuna, deve essere finalmente e realmente compreso nella sua essenzialità, affinché non si incorra in spiacevoli ed a volte irreparabili equivoci.

Nel momento della Nostra Iniziazione, il/la Venerabile conferisce un’investitura sulla punta della spada chiamandoci con il termine Fratello o Sorella, e ci accoglie in una confraternita che si chiama Massoneria, laddove per essere “figli della vedova”, siamo intesi quali Fratelli o Sorelle tra di noi. Pertanto, quella che ci viene offerta è una possibilità di costruire insieme un rapporto di comunione spirituale e di comuni intenti rivolti al bene ed al progresso della propria persona e dell’Umanità intera, attraverso un esercizio costante di comunicazione e di rapporto con quelli che Noi, da momento della Iniziazione in poi, definiamo Fratelli o Sorelle e che lo sono in quanto hanno scelto insieme, consapevolmente, di percorrere una stessa via, ma mai dimenticando che: non essendo la Massoneria una setta, il tutto non comincia e finisce nella Loggia, ma va oltre estendendosi al mondo intero e regalando a tutti gli uomini quelle perle preziose di virtù e di conoscenza che la Massoneria offre ai pochi.

La Fratellanza non è da intendersi come mera e sterile solidarietà, non è complicità, non è compagnaggio, quindi non è, ritrovarsi necessariamente al di fuori della Loggia e condividere pranzi o cene. Non è favoritismo, non è amicizia, per come si intende comunemente il rapporto tra due persone che si stimano.

La fratellanza è un sentimento che ha radici più profonde che sta rinchiuso nel mistero dell’Iniziazione e non è da confondere con nessuna altro sentimento di rapporto d’amore o di intesa tra le persone. Col Fratello Massone ci si può anche non ritrovarsi nei ragionamenti, nelle idee, nella concezione politica, religiosa, ma il legame è dato dal rispetto per tutto ciò che questi pensa e che fa, perché il vero Fratello Massone considera l’Uomo come essere unico ed irripetibile, capace di offrire ad ognuno la pregevole bellezza della sua particolarità, ecco perché è il Rispetto la prima dote di un vero Massone.

 Comprendo che questo concetto sia molto complesso ed a volte difficile da mettere in pratica specialmente quando esistono dei Massoni che lo hanno da sempre confuso con ben altro.

A me, ha fatto sempre sorridere il motto dei moschettieri che alcuni Fratelli riportano come motto massonico - Uno per tutti, Tutti per uno - non è questa la Fratellanza, perdonatemi, io non la intendo così.

Io mi spendo e mi spando per una giusta causa e per coloro che si adoperano per tanto e che, per questo considero Fratelli e Sorelle, ma non metto in berlina nessuna delle mie Sorelle per chiunque non meritasse o compromettesse in qualche modo la vita, il lavoro di quelli o di quelle che tra i Massoni fanno tutto con onestà, con sacrificio e con impegno.

Per me il Fratello o la Sorella è colui o colei che non mette mai gli altri in difficoltà, anzi alcune volte si fa carico del Lavoro degli altri che non fanno, in silenzio e con umiltà. Il Fratello o la Sorella è quello/a che non addita mai nessuno e che è sempre pronto/a a farsi indietro per mandare avanti chi merita di più. Pensateci bene e vi accorgerete di come non è facile diventare Fratelli e come non si è assolutamente Fratelli nel vero senso della parola appena si è iniziati. È tutto un merito, che si acquista strada facendo.

Dopo aver cercato di spiegare un po’ questo difficile concetto che i più nella Massoneria hanno sempre frainteso, è doveroso riportare tutto prettamente su un piano di regola e di limite Massonico ricordandovi che l’eccessiva benevolenza o comprensione da parte di chi è preposto a dirigere una Loggia o un sistema di Logge, non deve mai portare al libertinaggio dei componenti le Logge stesse, in nome della libertà di pensiero o di parola che dir si voglia, perché la libertà di ogni individuo viene proprio garantita dalle regole della Massoneria, che non permettono sbavature, perché proprio in queste, finisce la libertà degli altri. È un gioco costante di armonie, che ognuno deve imporsi e costruire giorno dopo giorno nei ruoli di appartenenza, come negli scanni.

Tutto in Massoneria è giusto e perfetto.

A Noi possono mancare tante cose, perché non abbiamo né il tempo, né spesso le possibilità di movimento che hanno i Fratelli, ma abbiamo una grande dote che dobbiamo saper custodire ed utilizzare: si chiama sensibilità, si chiama Amore, parola che i più non conoscono.

                                                                                    La Gran Maestra

                                                                                         della Gran Loggia Italiana Scozzese Femminile

                                                                                          Sr.·. Elisabetta Fatima Porchia  3.'.  33°